lunedì 29 aprile 2013

Stelle e stamping - orecchini

Ci sono punzoni che trovo bellissimi, perchè capaci, con i loro motivi, di regalare stupende decorazioni sulle superfici dei nostri metalli. Ma il mio tavolo da lavoro, purtroppo, ne è - almeno per ora - sguarnito.


Da troppo tempo, però, lo stamping mi attira come un orso con il miele (si può dire?) e così mi ci sono buttata, arrangiandomi con ciò che il mio tavolo attualmente mi può prestare. Primo esperimento, dunque, di stamping su orecchini. Risultato?


Delle stelline su lamina di rame: punzonata, tagliata, arrotondata e poi passata alla fiamma e lucidata. Per reggere, monachelle a pallino appiattito.


Le stelline che ne sono uscite mi hanno fatto tornare bimbina, ovvero mi hanno fatto pensare a quando diventavo matta (cosa che accade anche adesso, sebbene oggi la magia di questo spettacolo abbia su di me un'influenza decisamente minore o disincantata) per quei fuochi d'artificio bianchi fatti di tantissime piccole stelline che espodono nel cielo e scendono giù lentamente in una cascata brillante, come petali di primavera dagli alberi fioriti.


Così volevo aggiungere anche questo effetto magicamente luccicoso agli orecchini. Ci ho provato, con perline di conteria da 3 millimetri color cristallo striato d'argento.


Ciao a tutti!



giovedì 25 aprile 2013

Luna - collana

Nuovo esperimento di fold forming. Dopo essermi cimentata in piegature e foglie, questa volta, pensando a un ciondolo, mi sono buttata sul fold forming "libero": morsa, lamina, martello e strumenti vari, un vago progetto in testa e il resto che viene di conseguenza, colpo dopo colpo.


Il risultato è quello che è, naturalmente, ma ammetto che è stata una soddisfazione. Sperimentare una tecnica nuova mi regala sempre una certa qual dose di euforia.


Il progetto di massima che avevo in testa prima di iniziare il lavoro posso dire che è saltato fuori. Ma le pieghe, gli avvallamenti, quelli lo sapevo che non sarei stata in grado di programmarli e così è stato: si sono creati e sviluppati lavorando, decidendo passo dopo passo, o meglio colpo dopo colpo, quanta forza usare, quale strumento, dove colpire.


La fiamma e la lucidatura hanno fatto il resto e con sorpresa ho visto in questo ciondolo la luna. Per questo motivo ho deciso di aggiungere anche una perlina di madreperla sfaccettata, che per il suo colore e le discrete luminescenze mi fa pensare alla luna piena, bianca, luminosa.


Buon 25 aprile a tutti!

martedì 23 aprile 2013

Ametista - orecchini

Elegante, armoniosa, confortante, attraente... ci sono un sacco di aggettivi, credo, per definire l'ametista. Una pietra che mi è sempre piaciuta, sin da ragazzina quando ho incominciato a diventare matta per certi orecchini vagamente etnici d'argento e ametista. E non è nemmeno che ami particolarmente il viola: è proprio l'ametista, in sé, che mi attrae in maniera quasi ipnotica. E guarda caso, tra i primissimi acquisti fatti da quando ho incominciato a cimentarmi di perline c'è stato un filo di perle d'ametista da 6 millimetri.


Non le ho usate tutte, ne conservo gelosamente ancora poche. Gelosamente nel senso che le centellino, perchè è come se non trovassi mai una degna collocazione per così tanta bellezza. Forse anche perché nell'unire l'ametista al rame mi sembra sempre di toglierle un qualcosa, un po'  della sua magia: non è che i due, in fondo, si esaltino a vicenda. Proverò con l'ottone. E prima o poi forse, oltre all'abbinamento con il peridoto che ho già sperimentato con soddisfazione, anche quello con il quarzo citrino (che - leggevo - pare non essere altro che ametista surriscaldata).


Comunque, qualche tempo fa mi sono ritrovata fra le mani le ultime perline di ametista. Non ho potuto resistere e senza pensarci, in quattro e quattr'otto, è venuta fuori l'idea di questi orecchini, completamente realizzati a mano. Assolutamente nulla di particolare nella composizione, lo so.


Ma a mio vedere c'è qualcosa che li rende un pochino unici: la texture dei piccoli dischetti di rame che guizzano sotto la perla - lasciata libera di mostrarsi in tutta la sua bellezza -, i chiodini delle monachelle arrossati dalla fiamma che, così, chiudono il cerchio a livello cromatico, e tutto l'insieme contenuto a una dimensione davvero piccina e discreta.


Ciao a tutti!

domenica 21 aprile 2013

Non si butta via niente (non sempre) - bracciali

Ritagli, pezzi di esperimenti, pezzi di filo passato alla fiamma per fare pallini non riusciti, perle accantonate... sul mio tavolo da lavoro c'è una "sezione" tutta dedicata agli scarti, che però tali non li considero in maniera definitiva. Li conservo, infatti, perché prima o poi arriva sempre l'occasione in cui tornano utili, magari per sperimentare un prototipo, o quella in cui trovi la loro giusta e inimmaginata collocazione - ad esempio per le perle -. Bene, nel piattino dei pezzi di rame "scartati" giaceva un pezzetto di lastra che aveva subito un esperimento di fold forming insoddisfacente. Un pomeriggio l'ho ripresa, aperta, ne ho ricavato due pezzi ovali, li ho lucidati e immaginati all'interno di un bracciale.


Anche le perle bianche, dall'aspetto trasparente e lattiginoso, che ho deciso di utilizzare erano lì ferme da un sacco di tempo: tante volte le avevo guardate, rigirate fra le mani, ma mai mi avevano convinta ed erano sempre rimaste lì. Nodini a orefice per unire il tutto e una chiusura in filo di rame battuto, spesso a sufficienza per controbilanciare il peso del pezzo di lastra (in modo che la parte centrale e protagonista del bracciale - solitamente la più pesante - non finisca sotto al polso per via della forza di gravità).


L'altro pezzetto di lamina? Montanto su un bracialetto gemello, con perle turchesi: per l'estate - ho pensato - perché no...


Ciao a tutti!

giovedì 18 aprile 2013

Messico e sorprese di fiamma - orecchini

Quando la fiamma decide lei... proprio così per questi orecchini, per i quali avevo un'idea precisissima in mente nell'accingermi a realizzarli e per i quali la fiamma ha invece aggiunto un elemento del tutto inaspettato e imprevisto. Li ho chiamati Messico, in onore del vecchio braccialetto che non c'è più (sì perchè spesso mi capita di disfare oggetti che, ripresi in mano ora, mi sembrano così brutti o mal fatti da essere assolutamente improponibili), e da cui provengono queste perle.


L'idea era precisa: perla color turchese da 8 millimetri su chiodino a pallina realizzato a fiamma; dischetto di rame appena appena più grande e "decorato" da un rivetto centrale; monachella a pallina appiattita. Il tutto per creare un insieme di forme tonde, di dischi e dischetti, molto contenuto nella dimensione complessiva.


Una volta tagliati, martellati e forati, i dischetti li ho passati alla fiamma. Per ottenere un risultato uniforme su entrambi gli orecchini, cerco sempre di mantenere i due pezzi sul fuoco per un numero di secondi uguale e di eseguire più o meno gli stessi movimenti. E così ho fatto anche stavolta.


Ed ecco la sorpresa: con la lucidatura sono emersi due aloni quasi centrali, come se lì il rame non si fosse ossidato. Che questo si sia verificato per la presenza dei fori per i rivetti o semplicemente per qualche strano movimento che ho ripetuto su entrambi i dischi tenendoli sulla fiamma rimarrà per me un mistero...


Ciao a tutti!

martedì 16 aprile 2013

Esperimenti d'ottone - orecchini

Finalmente anche l'ottone è giunto tra le mie mani. Eh sì, perchè questo nuovo (per me, s'intende) metallo mi stuzzicava da troppo tempo ormai. Due cose, in particolare, mi portavano sulla strada dell'ottone: il suo colore non eccessivamente dorato e la mia ansia da ossidazione. Cerco di spiegarmi meglio, ma intanto eccolo qui il mio primissimo ottone.


Il rame tende a ossidarsi molto facilmente, come l'argento, ma in maniera più veloce. Questa cosa non mi preoccupa per i pezzi che tengo per me (so come eventualmente intervenire - cosa per altro molto semplice -), ma mi disturba molto quando penso ai pezzi andati ad altre persone. Mi preoccupa che non venga capito il fatto dell'ossidazione, che non si abbia quel po' di cura che ci porta, ogni tanto, a dare una passatina per portare i pezzi a nuova vita, e l'ansia mi pervade al pensiero che l'ossidazione del rame venga presa, in definitiva, per una fregatura: della serie "ho preso un bidone". Da qui la fissa di voler vedere come si comporta, invece, l'ottone: se la naturale ossidazione del metallo sia più lenta rispetto a quella del rame.

Ho scelto degli orecchini semplicissimi per questo primo esperimento. Perline di agata (credo) recuperate da una vecchia collana e un tondino di ottone lavorato a mano: tagliato, martellato, ossidato a fiamma, lucidato e incurvato. Ottone anche per il filo che regge l'agata, ma non per gli ami. Eh già, perché non sono riuscita a trovare filo d'ottone 0,80. Sicchè ho utilizzato del vecchio filo di rame dorato rimasto da tempo in un angolo della mia cassettina. Giusto un primo esperimento facile facile da cui ho percepito che la faccenda dell'ossidazione a fiamma cambia rispetto al rame. Per l'ossidazione "al naturale"... vedremo col tempo.

Ciao a tutti!

lunedì 15 aprile 2013

Di foglie, lamine e martelli...

Partiamo dalle foglie: orecchini in rame interamente lavorati a mano. Per la realizzazione delle foglie ho utilizzato la tecnica del fold forming. Il risultato, cercato e no, sono delle foglie completamente diverse da quelle che mi è capitato di realizzare finora. Una diverstà voluta, ma anche casuale, dicevo poc'anzi: eh sì, perchè quando si lavora manualmente il metallo (almeno, con le modeste/maldestre tecniche del non professionista) non c'è verso che un pezzo risulti identico ad un altro. Mi è capitato di realizzare anche più di una copia di uno stesso oggetto, ma il risultato è sempre un pochino diverso. Basta una minima diversità di intensità di fiamma o di forza nella martellatura o di chissà quale passaggio che il risultato finale cambia, fosse anche di poco. Ma torniamo alle foglie.


Fold forming, dicevo. E qui passiamo al secondo punto: la lamina. Ebbene, finora avevo sempre utilizzato lamina da 0,55. Poi un nuovo ordine mi ha portata a sperimentare la 0,40 (questa): al confronto pare di lavorare il burro, o quasi! Non me l'aspettavo una differenza così.


A completare il tutto, delle perline di un verde complicato da descrivere: verde, grigio, azzurro... Non lo so, fate voi, io dico solo che queste perline mi piacciono tanto.


E monachelle realizzate a mano, con pallina appiattita.


Infine, il martello. Solo per dire che sono intervenuta con una modifica a una delle teste del mio martello "da combattimento" utilizzandola per la prima volta qui. Ho voluto la modifica per arrivare a una texture di linee orizzontali che mi soddisfacesse, ma interverrò ancora. Intanto... è andata così.


Ciao a tutti!

sabato 13 aprile 2013

Braccialetto azzurro

Post veloce - in pausa pulizie - giusto per dare un'aggiornatina al mio povero blog che langue (Aldina, hai ragione!) e per salutare la primavera che oggi sembra finalmente essersi presentata. Ho poche cosine nuove che attendono di essere pubblicate: tra molte altre cose da fare e il tempo capriccioso che c'è stato - che non mi ha aiutata in nemmeno uno che fosse uno scatto fotografico decente - il blog è qua fermo da un bel po'. Tutte foto grige, dicevo, anche quelle di questo braccialettino...


Ma le pubblico lo stesso, per le ragioni dette in premessa. Questo azzurrino, infatti, mi sembra adatto a questa giornata, prima giornata, di vera primavera.


Semplicissimo e realizzato con uno spesso filo di rame appiattito e anticato cui sono state avvolte le perline di vetro, con filo di rame sottilissimo. Si infila al polso di taglio e si assicura il tutto chiudendo il gancetto di sicurezza.


Ciao a tutti!