A una settimana esatta dal suo compleanno, domani finalmente consegnerò questo pensierino a un'amica. E non è che lunedì scorso io non l'abbia vista eh? No, no, è soltanto che, come vi accennavo nel post precedente, in quest'ultimo periodo il tempo non mi è bastato mai, non tanto realmente (a impegnarsi, l'avrei anche forse trovato), quanto nella mia testa, soffocata da pensieri corrosivi di enegie positive.
Bene, ieri - dopo due giorni di gastrite - il tavolo da lavoro mi ha proprio chiamata a sé (gastrite catartica?). E dal caos della mia testa - perchè mi sono venute ottomila idee, che puntualmente non ho messo sulla carta, sicché non so cosa resterà di loro - e dal caos in cui avevo lasciato il tavolo, sono nati loro.
Dal caos del tavolo, perchè sono un insieme di pezzi che, separatamente, avevo rigirato fra le mani mille e mille volte. Le perle, provenienti da una vecchia collana: avrò provato non so quante volte a inserirle in bracciali, ma sono sempre rimaste lì. I tondini di rame con una piccola linea in fold forming e patinati con solfuro potassio: nati come parte di un paio di orecchini mai realizzati, montati e smontati con tutt'altre perle, varie volte, e finalmente, dopo una lieve imbutitura, utilizzati qui.
Loro, i piccoli tondini di rame, non sono belli perfetti e puliti. A forza di essere lavorati e rilavorati, lasciati e ripresi, hanno piccoli difetti sulla superficie. Ma per una volta sono riuscita ad abbandonare la "robe da gatti mania per la precisione" e li ho mantenuti così: i segnetti che portano sulla superficie mi sembrano aggiungere all'insieme un giusto aspetto "etnico".
A chiudere tutto, delle amate perline verdi, tanto amate quanto difficili da abbinare, e monachelle e chiodini a pallino realizzati a fiamma e lasciati rossicci, quasi vulcanici, senza pulitura in aceto e sale. Sempre più mi rendo conto che proprio così mi piacciono.
Ciao a tutti!