venerdì 26 dicembre 2014

Ripetere: forse banale, ma sempre utile

Nell'ultimo anno, grazie a richieste, mi sono trovata il più delle volte al tavolo da lavoro per riprodurre pezzi già realizzati in passato. Il tempo che quest'anno sono riuscita a ritagliarmi per stare al tavolo da lavoro è stato davvero poco, un po' per effettiva mancanza di tempo, un po' perché quando sono troppo stressata o stanca a causa del lavoro, non c'è verso: non ho né la forza, né la testa "leggera"e libera di creare. E così i pezzi nuovi vengono sempre rimandati. Comunque, anche nel lavorare soltanto per commissione o nel riprodurre vecchi modelli non manca la soddisfazione. Innanzitutto, è ovvio, per l'arrivo delle richieste, e poi perché ripetere, ritengo, non è mai tempo sprecato.


Si consolidano nella memoria misure e disegni - che certe volte diventano quasi dei cavalli di battaglia -, si raffinano gesti, si sfida se stessi a migliorarsi sempre di più. A volte se un pezzo nuovo riesce bene può essere anche frutto di una buona dose di fortuna; ripeterlo diventa precisione e tecnica.


Ripetere pezzi mi fa poi capire - o assaporare - come ogni oggetto realizzato a mano sia davvero unico: ci sarà sempre una sfumatura di colore di anticatura diversa, una texture simile, ma non identica, un dettaglio riuscito meglio o, a volte, peggio della versione precedente.


E a volte capita anche di cambiare appena, volontariamente. Come in questo caso: è il terzo paio di "barchette folded" che realizzo. E sono le prime per le quali ho deciso - anziché di conservare le sfumature della cottura a fiamma - di decapare in aceto e sale e anticare successivamente con solfuro potassio.


Ma c'è anche un altra piccola novità. La barchetta ha una curvatura più tonda rispetto al primo paio di "barchette folded": in questo modo le perline vi si adagiano più comodamente. Inoltre, la curvatura più arrotondata mi ha fatto decidere di dare un briciolo di maggiore ampiezza anche all'archetto: trovo, così, l'insieme più armonioso.


Ciao a tutti!