domenica 13 aprile 2014

Ottone e granato - orecchini

Non posso negare che lavorare su richiesta mi mette una certa ansia (perchè penso sempre di non riuscire a essere all'altezza), ma anche che, in realtà, mi aiuta molto: sia perché mi sprona a mettermi al tavolo da lavoro con l'idea di dover concludere, sia perché a volte dalle richieste nascono idee nuove a cui probabilmente non avrei mai pensato. Questa cosa è accaduta con gli orecchini ultimi nati (in realtà quelli che vi mostro qui in foto sono la seconda copia, perché i primi li ho realizzati e consegnati senza aver avuto il tempo di fotografarli).


Un'amica, volendo degli orecchini da abbinare a un bellissimo anello d'oro e granati che indossa, mi ha chiesto cosa ne pensassi del possibile inserimento del granato in una forma d'orecchino che fosse quella già sperimentata negli "ottone e ametista". L'idea mi è piaciuta subito! Trovo, infatti, che il color oro e il granato siano una coppia perfetta. E che il granato scaldi anche il colore un po' freddo dell'ottone, rendendolo più gradevole alla mia vista che, lo ammetto, difficilmente gradisce l'ottone.


Dopo una vana ricerca di granati sfaccettati, mi sono dovuta accontentare di granati lisci, da 6 millimetri. Attorno a perline piuttosto piccine, anche l'insieme è riuscito contenuto nella dimensione. Il che, se nella realizzazione complica un pochino le cose, nel risultato penso che regali quel qualche cosa in più: un pochino di ricercatezza e delicatezza che evita dimesioni ed effetti "chiassosi". I dischi sono tagliati e rifiniti a mano, martellati, anticati appena a fiamma e lucidati. I chiodini a pallina realizzati a fiamma sono passati per decapaggio in aceto e sale.


Ciao a tutti!

martedì 1 aprile 2014

Un'emozione in più

Regalarsi o regalare un oggetto fatto a mano. Magari un oggetto realizzato da mani di persone che non sono artigiani di mestiere o professionisti, ma semplici appassionati. Decidere di rivolgersi proprio a loro, contattandoli attraverso un computer, a chilometri di distanza, senza poter avere la possibilità di toccare e vedere dal vero l’oggetto prescelto. Perché farlo?

Basta uscire di casa per trovare negozi che offrono ogni genere di oggetti, più o meno utili, più o meno belli, più o meno (tanto, troppo meno) costosi a seconda di quanto sono “made in” più o meno lontano dal nostro piccolo, strano e molto relativo mondo, dove per pochi soldi, volendo, ti porti a casa un’intera scintillantissima parure. Perché scegliere, invece, proprio quell’oggetto fatto a mano?

E’ una delle domande cardine con cui metto continuamente e criticamente in discussione il mio lavoro di autodidatta artigiana di gioielli. Ed è una domanda a cui, quando invece sono io a rivolgermi ad artigiani per avere i loro oggetti, saprei facilmente rispondere. Elencando una nutrita serie di motivi, che, grazie ad Anna, ho capito potersi riassumere in una sola parola: emozione.

Sì, perché non soltanto l’oggetto fatto a mano, per questo unico, costruito in ore di lavoro che sono passione e fatica, è capace di assorbire e trasmettere le energie da cui è nato. Ma anche perché lo scambio che si ha con chi queste cose le costruisce è a volte unico. Virtuale, eppure molto più umano e reale di quello che io riesca generalmente a trovare in un negozio reale.

Ecco, Anna mi ha regalato proprio questo. Suggerendomi, così, la risposta forse più semplice alla domanda iniziale: perché farlo, perché scegliere un oggetto artigiano? Perché regala una impagabile emozione in più.


Ciao a tutti!

domenica 9 marzo 2014

Coppette. Di (quasi) primavera

Mi è capitato oggi di trovarmi operativa al tavolo di lavoro alle 7 del mattino. Quando la bella stagione non è ancora arrivata, non mi succede spesso, perchè dopo una settimana lavorativa - e relative sveglie prima delle 7 -  tendo a trattenermi a letto almeno un'oretta in più. E' allora, alle 7 di stamattina, che ho assaporato uno di quei momenti che questa passione sa regalarci: silenzio in casa, i primi raggi di un sole che finalmente annuncia la primavera, le mani che lavorano e via via si anneriscono e, alla fine, un lavoro semplice, ma che tornerà utilissimo da trovare pronto all'occorrenza. Nello specifico: coppette, per rivestire perline da 6 e 8 millimetri.


Un ordine arrivato e la consapevolezza che durante la settimana è difficile trovare il tempo necessario mi hanno dato la spinta a portarmi un pochino avanti con il lavoro e preparare quelle cosine tanto semplici quanto di lunga realizzazione, tanto miniaturizzate quanto ripetitive che... se non trovo il momento giusto è difficile che mi ci metta.
La bellezza della luce dei primi raggi di quella che è stata poi una splendida giornata di sole ormai primaverile mi ha dato entusiasmo, spingendomi a prendere la macchina fotografica per scattare una foto di quel momento. Allora mi è venuto in mente che più di una volta mi sono sentita domandare come facessi queste coppette. E così ho continuato a fare uno scatto a ogni passaggio.
Primo passo: ritaglio a mano le sagome disegnate sulla lamina, forate al centro con il trapano. Quindi, pulisco le tracce del pennarello.


Dopo averle battute e brunite a fiamma, il passaggio nel dapping block per l'imbutitura.

Per eliminare le irregolarità dei contorni tagliati a mano, do una bella passata sulla carta vetrata.

E poi la lima, per levigare le eventuali  ulteriori piccole asperità.


Lana d'acciaio per ripulire la superficie.


Un collaudo su perle da 6 e da 8 millimetri...


ed eccole pronte per nuove avventure.


Ciao a tutti!

venerdì 21 febbraio 2014

Bangle: richieste e scoperte

Un post veloce, un post per ringraziare una carissima ragazza che ha deciso di adottare tre dei miei braccialetti rigidi, o bangle, con doppio rivetto. Attualmente i bracciali sono in viaggio e spero che arrivino a destinazione quanto prima possibile e sani e salvi!


Rendo pubblico il ringraziamento perché non è, soltanto e ovviamente, per la richiesta che mi ha fatto. Il ringraziamento, infatti, vale anche per altri due motivi che ora vi illustro.


Il primo: siccome di bangle me ne ha domandati tre, io ho scoperto che mettere tre bangle insieme... sembra davvero il numero perfetto. Diventano "consistenti" e tintinnano al punto giusto!


Il secondo motivo è dovuto al fatto che la richiesta ha comportato l'inserimento di tre pietre completamente diverse fra loro. E così ho scoperto che l'unione di pietre anche molto differenti - in questo caso fluorite, onice e vetro d'un bianco lattiginoso - crea, in realtà, un'armonia e un'unicità contraddistinta da personalità davvero piacevoli.


Grazie mille carissima ragazza e amica!
Ciao a tutti

PS Un grazie a Elena per avermi lasciato un premio qui nel suo blog!

lunedì 6 gennaio 2014

Barchette "folded" - orecchini

Acquistata finalmente la lamina adatta, ecco che qui in robe da gatti sono arrivate le prime "barchette in fold forming". Sì, ne parlo come se citassi un classico, perchè, in effetti, in rete vedo che più o meno chiunque si diletti di lamine e fili metallici non sfugge a questa lavorazione, a questo modello realizzato con la tecnica del fold forming.


Una lavorazione che, sto scoprendo, è intrigante più che mai. Perchè sentire la lamina che si deforma a seconda dei colpi di martello che si decide di imprimere è una cosa affascinante, rilassante, totalizzante.


Dicevo, dunque, prime barchette. I difetti ci sono eccome: c'è da lavorarci su ancora tanto. E ben due prototipi mi ci sono voluti per capire più o meno come mettere a punto questi primi orecchini. Intendo, ad esempio, come fissare il filo in cui sono infilate le perle, per dare stabilità massima al tutto, o come realizzare la chiusura.


Ecco, la chiusura: avrei voluto evitare il "ponticello" che unisce le due estremità e su cui si inserisce la monachella ad amo. Uno dei due prototipi di cui vi dicevo ha proprio una chiusura senza ponticello, che tuttavia non mi soddisfa ancora, devo trovare una soluzione migliore... Insomma, come appunto detto, c'è ancora molto da lavorare. Intanto, eccole indossate queste prime barchette a fold forming.


Ciao a tutti!

venerdì 3 gennaio 2014

Rivetti e fluorite - braccialetti rigidi

Un altro braccialetto rigido e chiuso, dopo il primo esperimento.


Questa volta i rivetti sono due: oltre che utili (eh già, quando la saldatura è ancora tutta da scoprire...!), li trovo, infatti, anche a loro modo decorativi, per cui ho raddoppiato.


Un tocco di movimento con l'aggiunta di una perla di fluorite dal tono verde chiaro appena striato di viola e decorata con coppetta realizzata sempre, rigorosamente, a mano.


Il filo è appiattito e poi battuto, patinato e ripulito. Una delle attenzioni maggiori che dedico a questi bracciali con rivetto sta nel renderli più lisci possibile laddove i due estremi del filo si sovrappongono e laddove vengono trapassati dai rivetti: non sopporterei l'idea che le varie connessioni potessero minimamente dare fastidio sulla pelle o impigliarsi in qualche filo del maglione.


E un suo gemello, ma con battitura a linee parallele, è nato subito dopo.


Eccoli insieme.


Ciao a tutti!

mercoledì 1 gennaio 2014

Stella marina

Una stellina marina, un ciondoletto per una semplice catenina di rame.


Sì certo, la forma va migliorata, ma mi sta simpatica questa stellina marina, perchè è la prima che ho realizzato, e non sono voluta intervenire sulla prima lavorazione per modellarne il profilo.


Tagliata e rifinita a mano, martellata, leggermente imbutita, patinata con solfuro potassio e ripulita.


Una stella marina come augurio di un buon anno nuovo.


Ciao a tutti!